La richiesta è forte, il prezzo c'è, ma la disponibilità di angurie – soprattutto di buona qualità – in questo periodo non riesce a soddisfare le richieste, particolarmente forti sia in Italia che in Europa.
Questa è l'immagine disegnata da Claudio Filosa, presidente della cooperativa Latina Ortaggi e promotrice del progetto di valorizzazione dell'Anguria Pontina “La campagna era iniziata male, ma dal 20 giugno in poi c'è stato un rialzo micidiale dei prezzi e un boom della domanda: fa caldo in tutto il continente e le angurie non si trovano Abbastanza. La qualità è buona e nella zona di Latina siamo in produzione con angurie mini, medie striate, la classica lunga tipo Charlestone… Buone anche le esportazioni verso Est, in mercati che richiedono prodotti da 4-8 chili, con un prezzo più basso, ma anche qui la domanda è superiore all’offerta”
Anche se il caldo ha dato una svolta positiva alla campagna delle angurie, ha creato una certa confusione per i meloni. “Sta maturando il doppio del prodotto previsto, il mercato è saturo – evidenzia Filosa – Mentre per le angurie lo scenario è diverso: le serre sono finite intorno al 20 giugno, il campo aperto è un po’ tardi… Questo sta determinando la situazione attuale, ma tra l’8 e il 10 luglio prevediamo di tornare a volumi normali”.
"Per il melone diciamo già da tempo che luglio sarà il mese più abbondante dell'anno, visto che buona parte della produzione di giugno è ormai in maturazione", conferma Bruno Francescon , presidente dell'omonima organizzazione di produttori mantovana, punto di riferimento del melone in Italia.
E sul fronte commerciale, dall'Ortomercato di Milano emerge una situazione diversa tra angurie di alta qualità e di massa. Salvatore Musso Lo spiega il direttore commerciale di Masterfruit: “Di angurie di nicchia di qualità superiore, come quelle mantovane o coltivate da aziende agricole che hanno continuato a investire puntando su nuove varietà capaci di esaltare colore e soprattutto sapore, oltre che compattezza della polpa , non ce ne sono molti. Anche perché questi frutti si rivolgono a una clientela esigente, disposta a pagare intorno all'euro al chilo. Il cosiddetto prodotto di massa non manca certo: ce n'è in abbondanza e ha un prezzo compreso tra 0.30 e 0.40 euro al chilo”.
Reed inoltre: “Angurie, Gavina ed Eleonora con il vento in poppa”